giovedì 30 agosto 2012
La dotta, la grassa, la rossa...
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sabato 18 agosto 2012
Ta en Fika?
Il titolo può essere fuorviante
per gli italofoni, ma vi assicuro che in Svezia è una vera e propria
istituzione.
Che voi siate studenti, nonni in pensione, casalinghe, professori, postini, autisti o persino il re sentirete puntualmente il bisogno di una fika! La parola svedese deriva dallo slang del XIX secolo nel quale le sillabe di una parola venivano invertite, un po’ come i giochi che facevamo noi da bambini. E così da Kaffi (termine arcaico per il caffè, che oggi si chiama Kaffe), si è passati a Fika.
Quindi “Ta en fika” oggi equivale a una sorta di pausa caffè, rigorosamente accompagnata da dolcetto, insieme a amici parenti o vari, a metà mattina o metà pomeriggio (a seconda dei gusti).
Con tutto il caffè che bevono gli svedesi non c’è da sorprendersi che
siano tanto affezionati alla fika.
Potete tranquillamente rendervene conto guardando un qualsiasi film o leggendo
un qualsiasi film svedese, ad esempio Uomini
che odiano le donne di Stieg Larsson (e anche il resto della trilogia Millennium). In Svezia si consumano
circa 9 kg l’anno di caffè, contro i 5-6 dell’Italia!
Che voi siate studenti, nonni in pensione, casalinghe, professori, postini, autisti o persino il re sentirete puntualmente il bisogno di una fika! La parola svedese deriva dallo slang del XIX secolo nel quale le sillabe di una parola venivano invertite, un po’ come i giochi che facevamo noi da bambini. E così da Kaffi (termine arcaico per il caffè, che oggi si chiama Kaffe), si è passati a Fika.
Quindi “Ta en fika” oggi equivale a una sorta di pausa caffè, rigorosamente accompagnata da dolcetto, insieme a amici parenti o vari, a metà mattina o metà pomeriggio (a seconda dei gusti).
Per assecondare questa
istituzione si possono trovare locali che a tutte le ore del giorno offrono
caffè o tè e i vari dolcetti. Il mio preferito è decisamente il kanelbullar, girella con cannella e
zucchero, non male anche nella versione alla vaniglia più soft, ovvero il vanijlbullar.
Poi ci sono quelli di mandelmassa,
ovvero con la pasta di mandorle, i biscotti di riso con copertura di
cioccolato, quelli di pepparkakor soprattutto sotto natale, i lussekatter
per santa Lucia. E tanti altri, perché se la cucina svedese ci lascia
perplessi, i dolci meritano decisamente di essere provati. (Vi dico solo che
dopo aver passato un anno in Svezia sono tornata a casa con 11 chili in più!)
Insomma, una istituzione che mi è rimasta nel cuore anche dopo anni
(ormai troppi!) che sono tornata dalla Svezia. Per fortuna nulla vieta di farla
da noi, e se avete anche voi voglia di sapori svedesi autentici siete fortunati
perché l’IKEA ne ha una buona scorta!
In più, pare che negli ultimi
anni gli svedesi stiano cercando di esportare la loro cultura e le loro
tradizioni, tra queste anche quella della fika. Se vi trovate a Londra ad esempio
(sì lo so, se siete in vacanza è bene provare ciò che fa parte della cultura
locale, ma se avete occasione di viverci per un periodo considerevole) potete
fare un salto al Fika Swedish Bar &Grille, gestito in pura filosofia svedese. Pareti in legno grezzo, piccoli
oggetti di design scandinavo, cuscini con stoffe colorate e disegni audaci.
“ […] E’ sull’essere rilassati
socializzando, prendendosi una pausa dalla vita frenetica per incontrarsi con gli
amici davanti a cibi e bevande freschi e semplici, in un ambiente amichevole e confortevole.
Fika è la tua casa lontano da casa, dove tante adorabili persone vanno a
mangiare, bere e rilassarsi in qualsiasi modo le renda felici. […]”
Oppure ancora il FIKA di New
York, che nella grande mela conta ben 4 locali. Il quale però dell’idea
originaria di Fika conserva ben poco!
Chissà quali altri locali ci
saranno in giro per il mondo, purtroppo in Italia non ne conosco neanche uno…
Hejdå
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