sabato 7 settembre 2013

Palio di Isola Dovarese




Se agli inizi di settembre capitate dalle parti di Cremona non potete non fare un giro a Isola Dovarese, un paesino di poco più di milleduecento anime che per un intero week end ritorna indietro nel tempo fino al medioevo. Le stradine vengono cosparse di paglia, gli artigiani allestiscono i loro banchetti,  le bandiere delle contrade vengono affisse alle case, gli “isolani” tirano fuori i loro costumi. Insomma tutto è studiato nei minimi particolari. L’ingresso alla festa è a pagamento (9 € il biglietto intero)e per comprare all’interno della festa di possono cambiare gli Euro in Quattrini nell’ufficio di cambio nella piazza principale (comunque tutti i ristoranti accettano anche gli euro). 

Le taverne allestite per l’occasione offrono un menù composto da ricette antiche, quasi perse nel tempo, alcuni esempi sono ravioli ripieni di gallo e menta in brodo allo zenzero, lonza arrosto con mousse di frutta, quaglia ripiena con formaggio di capra e cinghiale agli aromi (per i bambini o per coloro dal palato più classico si possono trovare anche dei panini nei banchetti appositi). Inutile dire che difficilmente troverete cibi importati dall’America come caffè o patate e tantomeno avrete a disposizione molti utensili a tavola: niente tovaglia, niente forchetta né coltello, solo un grosso cucchiaio di legno e un pezzo di carta un po’ troppo poco assorbente per usarla come tovagliolo. 

La sera è decisamente il momento più suggestivo, le stradine e le taverne sono infatti illuminati solo da torce e candele e la semiombra lascia largo spazio all’immaginazione. Le vostre cene saranno allietate da suonatori che si esibiranno girando tra i tavoli.
Si è aperta ieri la 47a edizione del palio, con la consegna delle chiavi al Podestà da parte del sindaco, la presentazione delle varie contrade con tanto di sfilata con i gonfaloni, spettacoli di sbandieratori, suonatori e giochi di luce e la prima gara: tiro con l’arco infuocato.

La festa proseguirà fino a domenica 8 settembre, non perdetevela! So che in Italia ce ne sono molte di rievocazioni storiche di questo genere, se volete segnalarmene qualcuna nei commenti sarò ben felice di visitarle alla prima occasione!

martedì 16 luglio 2013

Vercelli non solo riso



A pochi giorni dalla mia laurea, un post dovuto, dedicato alla città che mi ha dato i natali e che mi ha ospitata in questi anni universitari. Città naufragata tra le risaie, una delle tappe della Via Francigena: Vercelli, anche chiamata “Capitale europea del riso” proprio grazie al fatto che possiede il maggior mercato risiero d’Europa. Innanzi tutto specifichiamo che Vercelli si trova in Piemonte, informazione che ho imparato a non dare per scontato, qualcuno mi ha chiesto se si trovava in Campania… Il fatto che sia a molti sconosciuta è anche attribuibile alle sue piccole dimensioni, infatti non ci vuole molto per visitarla, una giornata è abbastanza. 

Ecco la mia top 5 delle cose da vedere:

  • La Basilica di Sant’Andrea, simbolo maestoso di Vercelli, c’era addirittura sul mio libro di Storia dell’Arte del Liceo. Gli elementi architettonici del romanico e del gotico con influssi normanni e provenzali ne scandiscono l'eleganza e l'incredibile armonia. Imperdibili il chiostro (vedi l’altra lista qui sotto) e la Sala Capitolare. 



  • La chiesa di San Cristoforo che custodisce un patrimonio di opere pittoriche del '500 di inestimabile valore, tra i quali il ciclo di affreschi di Gaudenzio Ferrari, uno tra i più grandi pittori rinascimentali del Piemonte. 



  • Piazza Palazzo Vecchio, più nota come Piazza dei Pesci è a forma trapezoidale, chiusa da un lato dalla Torre di Città e dall'altro dell'antico broletto, al centro si trova una bella fontana circolare che regala una piacevole sensazione di tranquillità.


  • Il Salone Dugentesco, preceduto da un porticato ad archi ogivali, fondato nel 1223, in origine era l' ospitale che accoglieva i pellegrini della via Francigena. 


  • Il Duomo, imponente Cattedrale neoclassica il risultato finale di vicissitudini architettoniche che iniziarono dalla fine dell'anno 300, dell'antica basilica non rimane che il severo e imponente campanile ornato di archetti pensili.

Ecco invece i miei 5 luoghi preferiti della città:

  • Il Chiostro della Basilica del Sant’Andrea, è sempre abbastanza desertico perciò è rilassante e piacevole fermarsi lì qualche minuto e passeggiare sotto le arcate o sedersi a leggere un libro nel silenzio.


  • I Viali che corrono sul tracciato delle antiche mura, delimitando il centro storico. Riparo ombreggiato per l’estate dove i bambini disegnano sulla pavimentazione con i gessetti o giocano a campana oppure ancora sfrecciano sulle loro bici, se si passeggia ad esempio su viale Garibaldi in una sera d’estate si potrà avere la sensazione di essere ritornati negli anni ottanta, quando di giochi tecnologici non ce ne era. In autunno i tavolini all’aperto lasciano il posto alla caldarroste e i viali si colorano magicamente. Nei freddi inverni tutto è ricoperto di brina e non c’è in giro quasi nessuno, con l’eccezione del carnevale, quando la sfilata dei carri con i suoi coriandoli attira i vercellesi fuori di casa. Tutto poi rinascere a nuova vita in primavera, alla Fiera di Maggio su viale Rimembranza si può trovare ogni cosa. 


  •  Per ben integrare questa visita consiglio un pranzo  base di Panissa, risotto con salamino sotto grasso, lardo e fagioli di Saluggia, e come dolce i Bicciolani, biscotti che nacquero nel 1803, nei quali una ricca pasta frolla si unisce agli aromi di una segreta miscela di spezie (cannella, garofano, vaniglia, macis, zenzero, coriandolo...). 
  • I giardini di piazza Camana, un mega parco giochi delimitato da una cancellata e chiuso di notte. Ci sono divertimenti di ogni tipo: scivoli, altalene, una carrucola, campo da basket, tavolo da ping pong, pista per le biciclette, pista di pattinaggio, un bar e molto altro. Ogni anno i giochi vengono controllati e integrati o sostituiti, è veramente raro trovare qualcosa di rotto. Insomma, da bambina non avrei mai voluto allontanarmi da lì!

  •  Piazza Cavour, nel cuore della città, polo naturale d'attrazione della vita pubblica ospita vari eventi e il mercato due mattine ogni settimana. La piazza in ciottolato è circondata da portici con vari negozietti e bar.

 
 LA CHICCA: si dice che Amedeo Avogadro, proprio durante la sua permanenza a Vercelli scrisse una memoria nella quale formulò un'ipotesi che viene oggi chiamata Legge di Avogadro (sarà per questo che ci sono così tante scuole chiamate Avogadro? Compresa la mia università peraltro).
Inoltre è ritenuta plausibile una permanenza di Dante, in quanto la citazione di Vercelli nella Divina Commedia lascia supporre che il poeta abbia percorso la terra vercellese, ed abbia osservato il suo digradare dalle Alpi da occidente e il suo estendersi ad oriente, dando principio alla pianura padana:
 
 Sapevo che a Vercelli c’era una targa appesa da qualche parte che riportava questa scritta, l’ho cercata in lungo e in largo per tutta la città finché un giorno hanno finalmente tolto i ponteggi per la ristrutturazione della mia università e ho scoperto che la targa era proprio lì!